THE BIG DREAMER – IL CINEMA DI DAVID LYNCH


13 e 14 maggio CUORE SELVAGGIO anche in lingua originale


13 – 14 maggio – CUORE SELVAGGIO

Wild at Heart, USA/1990

“Cuore selvaggio, che vince Cannes nel 1990 tra le polemiche per l’eccessiva violenza, è Velluto blu con il piede sull’acceleratore. Incredibile e miracoloso catalogo di eccessi virulenti, è l’esempio più potente di road movie attraverso un’America disperata, violenta, pornografica. L’amore di Sailor e Lula, purissimo e distillato, si accende di immagini maestose e improvvise catastrofi. Per alcuni, semplicemente un tour de force per “épater le bourgeois”; per tutti gli altri (non pochi), uno dei rari film contemporanei ad aver scosso dalle fondamenta l’immaginario statunitense”.
Roy Menarini


27 – 28 maggio – ERASERHEAD

ERASERHEAD (USA/1977)

“Nato in un contesto indipendente e underground, il primo lungometraggio di David Lynch passa in pochi mesi dalle gallerie d’arte di New York alle sale di tutto il mondo. Primo incunabolo (ma per alcuni il più radicale e ipnotico) delle visioni lynchane: b/n avanguardistico, narrazione apocalittica, vicende inspiegabili e orrore ovunque. Fantascienza e occulto stravolti per sempre, secondo una logica decisamente surrealista. “Come Shining, Eraserhead stupisce per la capacità di tener fede alla forma linguistica dell’inconscio” (Enrico Ghezzi)”.
Roy Menarini


17 – 18 giugno –THE ELEPHANT MAN

THE ELEPHANT MAN (GB-USA/1980)

“La storia di John Merrick, l’uomo elefante, il freak della Londra proto-industriale, serve a Lynch per due motivi: mostrare il lato intimamente mélo del suo cinema e trovare una via d’entrata a Hollywood. The Elephant Man è ibrido e tragicomico come il suo protagonista, da una parte trascina al pianto il grande pubblico e dall’altra fa saettare schegge di orrido e memorie di Tod Browning. Non meno ancestrale e traumatico di Eraserhead, The Elephant Man si “nasconde” dietro il film di malattia anni Ottanta per costruire una nuova riflessione sul visibile e sull’orrore”.
Roy Menarini


16 – 17 settembre – VELLUTO BLU

Blue Velvet, USA/1986

“Velluto blu è un thriller psicologico e anche un film noir, con un criminale e dei poliziotti. È un film violento, duro, e la reazione degli spettatori, per la paura o per il disgusto, può essere altrettanto violenta. Ma è proprio questo lo scopo di un film: far sentire e provare qualcosa in modo profondo” (David Lynch). Più che universi paralleli, quelli di Lynch fanno pensare a mondi che sprofondano in altri mondi. Scatole che contengono altre scatole (e “cosa c’è nella scatola?”, ci si chiede in Dune. “Dolore”). Entrando (e uscendo) da un orecchio, Velluto blu ci porta a spasso in una scatola cranica. “È un mondo strano”, ci dicono. Sì, ma anche molto familiare, a guardarlo onestamente. È così strano che un delizioso pettirosso stritoli uno scarafaggio nel becco?”
Andrea Meneghelli